lunedì 30 novembre 2009

Intervista ad Antonio Mastino, una vita da artista in viaggio

Da Coraggio Italia- Antonio Mastino nasce a Luras, in Sardegna, e comincia fin da giovane la sua carriera nel mondo dell'arte, spaziando sia nel mestiere - pittura, grafica, scultura-, sia nello spazio, spostandosi a vivere a Bolzano e viaggiando molto, per tutta la vita. Disponibilissimo, ha risposto a tutte le mie domande con coinvolgimento, animando l'intervista con battute di spirito che ce lo fanno percepire come auto-ironico e dotato di senso dell'umorismo, oltre che equilibrato, corretto e modesto, come si intuisce dalle sue risposte.

Dopo tanti anni di vita in Sardegna, si è spostato a Bolzano, lontano dal mare, anzi in terra di montagna. Le manca mai la sua isola?
Non credo che possa esistere un sardo a cui non manchi la sua Sardegna, personalmente colgo ogni possibile occasione per ritornarci e, alla lunga, credo che ci ritornerò definitivamente fino alla fine dei miei giorni. Resta inteso comunque che "se rinasco, prima voglio un preventivo...." (ride, nda)

Ci racconti come è nata la sua passione per la pittura.
Sono nato in una famiglia di artisti, almeno tre dei miei familiari più stretti dipingevano con talento anche se non hanno mai voluto passare al professionismo nell'arte, altri sono concertisti, altri cantanti di fama internazionale (un paio di tenori, qualche soprano etc etc). La passione per l'arte, quindi, era insita in me fin da sempre. Non ho mai valutato l'idea del talento, ho sempre operato per il piacere di fare pittura e scultura prima di tutto per esprimere qualcosa e quindi per me stesso, poi invogliato dalla presenza di altri giovani che come me erano iscritti all'Istituto d'Arte di Sassari si cominciò (avevo 16 anni) a considerare la possibilità di vivere d'arte, anche se la maggior parte di noi, poi, è diventata un insegnante e, quindi, operava nel binario dell'insegnamento dell'arte e nella produzione pittorica. Molti di questi sono rimasti in Sardegna e qualcuno ha raggiunto anche elevate posizioni nel nostro mondo sia p ur quasi limitatamente alla sola isola.

L'importanza del viaggio per la sua produzione artistica.
Il viaggio ha avuto sicuramente un'influenza enorme per me, inizialmente mi dedicavo quasi solo a riprodurre le bellezze dell'Isola. Il suo mare, la sua terra, i suoi costumi; successivamente ho deciso di visitare un po' tutto ciò che riuscivo a visitare e, cominciando dall'Italia, in senso geografico e storico, mi sono poi spostato in Paesi sicuramente esotici quali l'India e le sue contraddizioni, così come l'America del Sud, gli Stati Uniti ed il Canada e per ultima l'Africa. In tutti questi miei spostamenti ho portato con me "appunti di viaggio" intesi come bozzetti a matita o sanguigna, cosa che poi ho tradotto in pittura con tutta una serie di "appunti di viaggio" dove inserisco ciò che maggiormente mi ha colpito nelle varie località visitate. A questi appunti aggiunga che avrò fatto almeno qualche migliaio di fotografie dalle quali ancora adesso prendo spunto dopo aver terminato quello che avevo abbozzato sul posto.

Lei riesce a vivere della sua arte. Come si svolgono le sue giornate?
Ho oramai compiuto 62 anni per cui vivo di ciò che ho "seminato". Continuo imperterrito a fare mostre personali - proprio in questo momento ne ho in corso una a Bolzano presso la Galleria "Capricorno" - soprattutto in USA e Canada dove la mia modesta produzione viene particolarmente apprezzata. Devo molto al mio "mercante" che si industria a farmi entrare in Paesi nuovi ed è sempre in cerca di nuovi mercati. Ho infatti in programma una mostra a Mosca che probabilmente verrà inaugurata a gennaio o a febbraio, ma da qualche tempo ho rallentato la mia attività in cerca di nuovi spunti che mi incuriosiscano e mi facciano sperimentare qualcosa di nuovo, sia pur nell'ambito del genere da me oramai consolidato. Le mie giornate, quando non sono davanti al cavalletto, le trascorro in giro per i monti e le valli del Nord Italia e sopratutto qui nel Sud Tirolo o in viaggio tra la Svizzera, dove vive appunto il mio mercante, o Londra, dove ho un piccolo studio attrezzato e dove ho stretto amicizia con altri colleghi con cui ho un intenso scambio di esperienze ed impressioni sulle varie opere. Ho comunque intenzione di rientrare nella mia terra e intraprendere tutta una serie di studi sui "murales" che da anni sono vanto di tanti comuni dell'isola e che sono uno storico riconoscimento alla determinazione dei sardi per il riconoscimento delle loro peculiari distinte caratteristiche di popolo a se stante con propri usi, costumi e lingua.

Anni fa si è dedicato alla politica. Come mai ha lasciato quel mondo?
Ho lasciato la politica attiva perché è giusto che le generazioni che sono nate dopo la mia dicano anch'esse ciò che pensano ed agiscano di conseguenza. Ognuno di noi vive nel contesto e nell'alveo delle proprie esperienze, ma ciò dev'essere fatto senza innamorarsi delle proprie idee lasciando lo spazio indispensabile a chi dopo di noi segue il nostro cammino o lo rivoluziona apportando le loro idee e il loro concetto di politica e vita, solo così può avere spazio per le riforme e per un vero rinnovamento in tutto ciò che è vita.

C'è un artista le cui opere le hanno regalato ispirazione?
Sinceramente non posso dire di aver un ispiratore tra gli artisti che mi hanno preceduto o tra i miei coetanei. Quando ancora ero un ragazzo e frequentavo la scuola d'arte i maestri erano Mauro Manca, Stanis Dessì ed altri, tutti votati all'informale, tranne Dessì che era uno tra i maggiori pittori figurativi dell'Isola e forsa anche d'Italia, ingiustamente non apprezzato quanto si sarebbe dovuto apprezzarlo. Vi erano poi artisti locali come Costantino Spada e Libero Meledina, ambedue con un proprio stile impressionistico di altissimo pregio, ma mai ho neppure pensato di ispirarmi a loro. Prima di tutto per un senso di rispetto e poi perché ho sempre preferito avere e quindi offrire qualcosa di mio piuttosto che di riconducibile ad un altro pittore. Ora poi, credo di avere raggiunto un mio personale stile, può piacere o non piacere ma è mio e non intendo ne cambiarlo ne farmi influenzare dalle mode del momento anche a costo di restare l'unico ad apprezzarle.

Ha progetti per il futuro?
Sì, certo...progetto di arrivare a cent'anni! (ride di gusto) Voglio vivere ancora a lungo, ma sempre con la stessa luicidità e voglia di vivere e dipingere, però "non poniamo limiti alla Divina Provvidenza" per cui se saranno di più...meglio (si concede un'altra risata)!
Scherzo ovviamente, spero di continuare a poter dipingere fino all'ultimo mio respiro, di riuscire finalmente ad entrare in Patria con gli stessi apprezzamenti che ho avuto ed ho tuttora all'estero, anche se so che questo è principalmente legato a "carrozzoni" mediatici dove l'impronta principale è quella del "business" fine a se stesso e della moda corrente per cui o sei del gruppo o non riuscirai quasi mai ad emergere.

Cosa raccomanderebbe ad un giovane intenzionato a fare oggi carriera artistica?
Intanto di essere se stesso, nei limiti del possibile. Di non lasciarsi influenzare da nessuno. Una triste verità è quella di cercare di emergere dal marasma che impera in Italia là dove, oltre che essere una Patria di "Santi, Poeti e Navigatori" si è scoperto sia diventata anche una patria di pittori soprattutto "informali". Quindi intraprendere la propria strada portando ciò che di buono si ritiene si possa dare, cercando di migliorarsi sempre più e senza paura di sbagliare. Solo così si può migliorare la propria sensibilità e la propria arte. Da ultimo, ma non per importanza, ricordarsi che i tempi sono cambiati e che un artista, per quanto bravo sia, deve pur campare, assicurandosi quindi un qualche cosa che gli consenta di essere libero nell'arte ma anche nella vita di tutti i giorni senza dover arrivar e a compromessi, che gli condizionino il suo operato.