sabato 13 novembre 2010

Franco Nero Intervistato a Budapest da Economia.hu

lunedì 18 ottobre 2010

Il Sziget Festival 2010 visto dai Subsonica: intervista al gruppo torinese

mercoledì 14 luglio 2010

Speciale Sziget: importanza economica del festival più grande d'Europa. Intervista | ECONOMIA.HU - The online magazine of ITL Group - Notizie economiche da Budapest e Ungheria

Speciale Sziget: importanza economica del festival più grande d'Europa. Intervista | ECONOMIA.HU - The online magazine of ITL Group - Notizie economiche da Budapest e Ungheria

sabato 3 luglio 2010

Oggi Incontriamo...Ekaterina Naumenko, fotografa a Budapest


Oggi Incontriamo…Ekaterina V.Naumenko, fotografa di moda ed artista a Budapest e Mosca. L'intervista ha luogo negli uffici di ITL Group di Budapest, condotta in lingua inglese e sottotitolata in italiano. Nel corso del video sono visibili alcuni dei lavori dell'artista, per sua gentile concessione. Ekaterina V. Naumenko vive a Budapest da alcuni anni, anche se il lavoro la porta a spostarsi spesso a Mosca, sua città natale, e in molte altre città europee. Realizza scatti per l'industria della moda, lavora con giovani artisti emergenti, produttori cinematografici e designer di interni. Ha seguito e continua a sviluppare progetti con stilisti e designer italiani,
oltre a collaborare con agenzie di modelle e media. Tra i suoi ultimi lavori, la copertina di un cd, foto per un set cinematografico a Budapest e la mostra “Here's looking at you”, presso il terminale 2 dell'aeroporto internazionale Ferihegy di Budapest. Ai microfoni di Economia.hu Ekaterina racconta di come ha deciso di passare dal giornalismo internazionale alla fotografia, illustrando il mercato di questo business in Ungheria. Come è cambiato il mercato della fotografia dopo la crisi finanziaria?
Oggi Incontriamo...Ekaterina Naumenko, fotografa e artista a Budapest e a Mosca. Ekaterina Naumenko inizia la sua carriera come giornalista internazionale e specialista in Public Relations, dopo essersi laureata in queste materie presso l'Università di Mosca. Dopo alcuni anni, ci racconta, scopre la fotografia professionale, la studia e non la lascia più. Una personalità eclettica, una donna intelligente e senz'altro coraggiosa, che ha vissuto in diverse zone d'Europa per poi stabilirsi a pochi chilometri da Budapest, a Szententedre, paese di cui realizza splendide panoramiche. Oltre a viaggiare continuamente verso la sua seconda casa, Mosca, Ekaterina deve farlo per seguire i numerosi progetti del suo studio fotografico, spesso impegnato in progetti internazionali per l'industria della moda e dell'intrattenimento, oltre che in lavori per varie riviste.
Cos'è la fotografia per te? Come sei arrivata a fare di questa passione il tuo business?
Credo che la fotografia abbia una forte influenza sulle persone e vi dirò perché. Premetto che come il cinema e la tv (la fotografia) ha un potente effetto visivo. La fotografia però è l'unica arte che consente di fissare il momento. Come se, quando vuoi dire qualcosa di importante alle persone tu le prendessi per le braccia guardandole negli occhi. Ecco, con la fotografia afferri l'intero mondo e lo spremi in un preciso istante. Questo momento diventa il veicolo del messaggio del fotografo al pubblico. Questo è ciò in cui credo ed è anche quello che provo a realizzare. Sono una persona molto creativa. Quando lavoravo come giornalista e PR sentivo la mancanza di qualcosa. La fotografia è la dimensione in cui volevo mettermi alla prova ed esprimere me stessa. La dimensione da cui ho creato uno dei miei business.
Da quanto tempo vivein Ungheria?
Sono arrivata la prima volta nel 1998. Per diverso tempo ho lavorato come corrispondente per giornali russi in Ungheria. Ho poi viaggiato molto, vivendo anche per lunghi periodi in vari paesi. Finché, due anni fa, ho trovato me stessa in questo paese.
Quali sono le maggiori attrazioni per i liberi professionisti a Budapest ed in Ungheria?
Probabilmente il minor budget necessario per auto-promuoversi e per creare il proprio nome, ma anche (parte tagliata nell'intervista video) la bellezza della città e il fascino che sa esercitare sulle persone creative. Conosco molte persone che sostengono di dare il meglio di loro stessi in questa capitale, di sentirsi più motivati e di trovare più facilmente riscontro. Essere creativi è importante in questo mercato del lavoro più ancora che in altri.
Come sceglie i suoi modelli/le sue modelle?
Non ci sono principi da seguire. Occorre vedere la persona ed entrare "nel dialogo" con lei. Può trattarsi di qualunque cosa: charme, rabbia, mistero...Non importa cosa, ma devi provare un sentimento. Se fa emergere qualche emozione nel fotografo, farà provare ogni tipo di sentimento al pubblico.
Ci parli più a fondo del suo lavoro. Da dove vengono i suoi clienti? Sono soprattutto ungheresi? Oppure lavora a livello internazionale? Ha mai lavorato per italiani?
Per me la fotografia è un'arte ed, in generale, è anche molto importante come fonte d'informazione. In questi settori si lavora a livello internazionale. Al giorno d'oggi, non ci sono ragioni per limitarsi a lavorare in un solo paese. Realizzo progetti a Mosca, diversi in Italia, altri qui in Ungheria. Ho inoltre clienti da Francia e Germania. Dipende sempre dal tipo di progetti di cui mi sto occupando al momento. Ad esempio realizzo molte foto di moda per stilisti italiani emergenti. Come per i ritratti, si tratta sempre di realtà differenti. E persone diverse, naturalmente. Vivendo in Ungheria, credo che anche arrivando in un paese piccolo dalle grandi megalopoli, un individuo possa realizzare con le sue mani grandi progetti, interessanti per lui/lei, per il paese e per le persone che ci vivono.
La mostra all'aeroporto di Budapest
Pochi mesi fa abbiamo realizzato un progetto con la Budapest International Airport. Un'esperienza del tutto nuova per me e per loro. Una mia esposizione personale nell'aeroporto. Questo significa molto, se pensate che ogni giorno circa 600 persone per quasi 6 mesi hanno guardato le mie foto. Sono stata felice di ricevere lettere con commenti positivi. Un potente incentivo per la carriera che incide anche sul tuo modo di vivere con la città. Si crea un dialogo, anche se sei straniero/a.
Cosa può dirci della concorrenza? E qual è lo stato del mercato della fotografia dopo la crisi economica?
Adesso abbiamo una situazione molto interessante. Piuttosto strana, a dire il vero. Diversi fotografi famosi pensano si stia verificando una sorta di destabilizzazione nel nostro mercato, in quanto molti nuovi fotografi, studenti e persone con poca esperienza (anche persone con l'hobby della fotografia) entrano in questo mercato e provano ad assaltarlo con prezzi molto bassi. Ma "cosa posso dire?" nessuno è nato con con la macchina fotografica in mano. Prima o poi occorre scoprire di avere questo talento o passione dentro di noi. Quando lo scopri, ti senti pronto a fare questo lavoro. In questo caso puoi essere più o meno professionista. Meglio molto che poco!
Quali temi preferisce per i suoi scatti?
Mi piace la bellezza, in tutti i sensi e da tutte le angolature. Il mio ideale è quello di trovare la bellezza ovunque. Soprattutto nei dettagli, direi, perché credo che i dettagli e le emozioni colorino la nostra vita.
Un'ultima domanda: come si scatta una buona foto? Mi rendo conto che è una domanda difficile...
Non è una domanda difficile! Se credi e senti davvero che la tua foto è fatta bene. Se produce emozioni positive in te, allora è già buona. Se trovi qualcosa di nuovo su di te, come quando scrivi un articolo da giornalista o come quando, nel caso di un'artista, stai disegnando un nuovo quadro e scopri qualcosa di nuovo su di sé solo guardando ciò che ha creato, allora saprai che è già un buon lavoro. E questa sarà l'emozione che proverà il tuo pubblico. E questa è davvero un ottimo risultato.
Video e testi a cura di Claudia Leporatti
Le foto utilizzate nel video e nell'articolo sono creazioni originali di Ekaterina V.Naumenko.

mercoledì 23 giugno 2010

Intervista Matthias Pasquali: alla scoperta di Ducati Hungary, dealer dell'italiana Ducati

OOggi Incontriamo...Matthias Pasquali, proprietario e direttore amministrativo di Motogroup Holding Kft., rivenditore ufficiale dell'italiana Ducati per Ungheria e Romania. Ci siamo recati nello show room di Ducati Hungary, presso il circuito motociclistico Pannonia Ring. Il Pannonia Ring si trova a pochi chilometri da Sárvár, cittadina ungherese della contea di Vas, vicina al confine austriaco, a circa 200 km da Budapest.
Un circuito privato molto frequentato nei weekendm ma anche durante la settimana, da centinaia di motociclisti che arrivano per correre in un percorso attrezzato, completo di garage e di tutte le misure di sicurezza, e allo stesso tempo comodo per le famiglie e gli amici dei corridori, grazie alla vicinanza da Sárvár, dove tra l'altro Ducati ha un secondo punto vendita, all'interno di un famoso centro termale e di benessere da poco realizzato nell'ambito del Programma di Sviluppo Nuova Ungheria.

Prima dell'intervista, Pasquali mi mostra le strutture di Ducati Hungary, proprio di fronte al Pannonia Ring, importante fonte di clienti per lo showroom Ducati, soprattutto grazie all'annessa officina Ducati, predisposta per lavorare su qualsiasi modello, anche di altri brand. "Prima delle corse - spiega Pasquali - i clienti del circuito si appoggiano alla nostra officina per tutti gli interventi necessari sui loro veicoli". Usciamo dal locale, in cui lavorano esperti meccanici ungheresi, e facciamo qualche passo verso il circuito, per fermarci davanti ad una stazione per pneumatici. "Anche questo servizio è una delle nostre attività." argomenta Pasquali. E anticipa un accordo con un'altra grande azienda italiana: "Abbiamo da poco firmato un contratto con Pirelli Tyre, che diventerà presto il nostro fornitore di pneumatici per gli amatori che corrono sul Pannonia Ring." .
Oggi, nonostante sia un giorno feriale, per giunta caratterizzato da pioggia e forte vento, una carovana di giovani motociclisti sta affrontando il difficile circuito ungherese. "Il maltempo delle ultime settimane ci ha fatto tenere il fiato sospeso, ma devo dire che, fatta eccezione per i giorni di pioggia pesante, stiamo lavorando comunque a livelli soddisfacenti." Gli appassionati di moto devono essere coraggiosi, del resto. E quelli che stanno correndo oggi lo sono davvero: "Questo circuito non è facile. Ci sono molte curve e abbastanza difficoltà da renderlo intrigante anche per chi corre da molto tempo. Quando il vento è così forte, poi, la sfida è ancora più interessante." Proseguiamo verso il retro della sede di Ducati Hungary, dove da alcune finestre intravedo dei banchi di scuola. "Organizziamo corsi per principianti. Cominciamo con la teoria, nozioni di fisica, sul corpo umano e sui motori, per poi passare alla pratica. Tutto con grande attenzione alla sicurezza." Entriamo negli edifici dal retro e saliamo due piani di scale. "Abbiamo anche alcuni alloggi - mi spiega Pasquali aprendo la porta di un piccolo e confortevole appartmento, appena arredato - per gli appassionati che preferiscono la sistemazione autonoma all'albergo. (Presso Pannonia Ring si trova comunque un hotel). Arriviamo sul tetto, dove i tavolini suggeriscono un'ulteriore idea del dealer Ducati. "Abbiamo un bar per l'estate, con vista sul circuito. Purtroppo quest'anno dovremmo ritardarne l'apertura se la bella stagione non si decide ad arrivare!".

Da quanto tempo si trova qui in Ungheria?
Siamo qui già da 6 anni.
Qual è la vostra attività principale?
Dal 2004 siamo i distributori ufficiali Ducati in Ungheria e Romania. Questa in cui ci troviamo è la nostra sede principale.
Cosa può dirci sul mercato ungherese, per quanto riguarda i prodotti Ducati?
Il mercato ungherese è uno dei mercati centro-orientali che sono stati interessati dalla crescita più rapida negli ultimi anni. Un mercato che è partito quasi da zero dopo che, alla fine degli anni novanta, le moto sono scomparse come mezzo di trasporto. All'inizio del nuovo millennio le moto sono tornate in voga, per attività sportiva e per hobby.
Come si articola la vostra presenza in Ungheria e in Romania?
Abbiamo due società, una qui vicino a Sárvar in Ungheria e l'altra in Romania. Dal Pannonia Ring, dove ci troviamo adesso, forniamo il nostro network di dealer esclusivi Ducati: due a Budapest, uno a Pécs (Ungheria meridionale), e un altro a Győr, tra Budapest e Vienna.
Ducati Hungary non è soltanto un dealer. State anche costruendo un network per i fan di Ducati in Ungheria. Può parlarcene?
Ducati è un brand molto esclusivo, i cui clienti sono abituati ad essere serviti al meglio. Per questo dobbiamo essere più vicini possibile alle loro esigenze, ma anche a loro, fisicamente. Un solo punto vendita non può bastare. La presenza a Budapest è necessaria, infatti abbiamo due dealer in città. La nostra idea è quella di costruire un network in modo da non lasciare zone più lontane di 100 km dal rivenditore Ducati più vicino.
Un'importante componente del giro d'affari di Ducati è costituita dagli eventi. State cooperando con Ducati Italia in questo campo?
Ducati è alimentata dalle emozioni ("Ducati is powered by emotions"). Penso che Ducati produca le migliori moto del mondo, ma la sua forza non dipende solo dalle motociclette. I clienti vogliono far parte della famiglia Ducati e quando hai una famiglia devi mantenerla viva Per questo sono necessari gli eventi per la "famiglia" di Ducati. Alcuni di essi hanno luogo in Ungheria, presso il Pannonia Ring.
Ci ha accennato di un evento organizzato dal Club Ducati di Firenze. I nostri lettori sono italiani, Ducati è italiana. Può parlarci di questo evento?
Il più grande evento annuale europeo per moto amatori, la Ducati Speed Week è organizzato da un club fiorentino. Gli appassionati che sono riuscit ad iscriversi prima dell'esaurimento dei biglietti si riuniranno quest'anno per la quarta volta consecutiva al Pannonia Ring, mentre in passato la Speed Week aveva luogo in diversi circuiti euopei. Prendiamo l'occasione per invitare i nostri clienti ed amici a trascorrere qui un fine settimana "in rosso" , un weekend in compagnia di persone che amano Ducati e la sua immagine, un'occasione per incontrare altre persone con lo stesso interesse.
Quante persone arrivano per la Ducati Speed Week?
Sul circuito corrono circa 200-220 motociclisti, ma considerando gli spettatori abbiamo attorno alle 1500-2000 persone che arrivano qui per la Speed Week.
E cosa ci dice dell'evento Ducati organizzato da Ducati Hungary, lo Yeti Race?
Dato che ci troviamo "in mezzo al niente" e che naturalmente in inverno la situazione è piuttosto ferma, abbiamo pensato ad un evento per vivacizzare la stagione invernale. Yeti Race è partito nel febbraio 2005, in occasione della nostra festa di inaugurazione ufficiale. Stavamo pensando a cosa avremo potuto offrire ai nostri clienti, oltre alle moto. Ho avuto un'idea: "Siamo su un circuito, perché non organizziamo una corsa?". I miei colleghi hanno pensato che fossi impazzito: "Nessuno verrebbe ad una corsa di moto a febbraio!". Ho risposto: "Forse avete ragione. Ma proviamo! Nessuno l'hai mai fatto prima, vediamo cosa ne viene fuori!". Siamo rimasti molto, molto sorpresi. Pensavamo che sarebbero venuti forse 10-15 motociclisti pazzi, invece sono arrivati quasi 160 corridori Allo Yeti Race, che ormai è un appuntamento fisso, possono partecipare tutte le categorie di moto. Lo scorso anno abbiamo avuto quasi 3000 spettatori qui, nel mezzo dell'inverno.
Un grande successo, ma anche tanto coraggio!
Sì, assolutamente. Devo dire che tutti coloro arrivano per correre qui, a temperature sottozero, sono degli eroi. A quel punto la competizione non è più per vedere chi vince, ma piuttosto chi resiste due ore correndo in moto ad alte velocità nel mezzo dell'inverno.
Parliamo ancora del settore delle moto, dato che lei lo conosce dall'interno. Come ha vissuto la crisi questo business?
Il mercato è ripartito da zero nel 2000 ed è arrivato, in generale, a superare le 8000 unità annue in Ungherianel 2008. C'è ancora potenziale di crescita per questo ramo del settore motori, che è stato comunque colpito dalla crisi. Ne ho parlato con alcuni analisti che mi hanno assicurato fattive potenzialità per il futuro, per continuare la crescita dal punto in cui mercato era arrivato nel 2008. Ducati nel 2008 stava vendendo circa 1020 moto all'anno in tutta l'Ungheria. Adesso stiamo naturalmente vendendo meno, ma credo che nel lungo termine sarà possibile per noi vendere 1050 moto all'anno in Ungheria, in modo continuativo.

Nota: la Ducati Speed Week è organizzata dal Motoclub Aquile Desmo di Firenze, che organizza le iscrizioni all'evento.

Claudia Leporatti
Redazione Economia.hu

lunedì 21 giugno 2010

Intervista video a Valerio De Molli: Budapest, Cernobbio europea | ECONOMIA.HU - The online magazine of ITL Group - Notizie economiche da Budapest e Ungheria

Intervista video a Valerio De Molli: Budapest, Cernobbio europea | ECONOMIA.HU - The online magazine of ITL Group - Notizie economiche da Budapest e Ungheria

mercoledì 16 giugno 2010

Budapest: intervista ad Augusto Strianese, Presidente Assocamere Estero



mercoledì 19 maggio 2010

Speciale Cinema: Oggi Incontriamo...Michele Sità. L'Italia nel cinema un...



Da Economia.hu - Oggi Incontriamo...Michele Sità, docente di Storia del Cinema e Cultura Italiana presso l'Università Cattolica di Budapest e consulente per il Cinema dell'Istituto Italiano di Cultura di Budapest. Michele Sità ci racconta il suo impegno nel portare in Ungheria la conoscenza del cinema italiano e il riscontro trovato all'interno della produzione cinematografica ungherese. Sità è tra l'altro responsabile di un'interessante iniziativa per i giovani, di cui ci ha parlato con piacere. L'intervista, che ha luogo all'interno degli uffici di ITL Group di Budapest, passa in rassegna la storia recente dell'Ungheria, osservando come il capitalismo e le nuove economie hanno inciso su quella cinematografica. Un settore quello del cinema che porta molti investimenti esteri in Ungheria,

Sità ci spiega perchè. Pochi giorni fa Michael Moore, il famoso regista di film-denuncia americano, ha inaugurato a Budapest il nuovo studios della Raleigh, l'unico in Europa, mentre le strade di Budapest ospitano spesso stelle del cinema internazionale (tra cui , di recente, Robert Pattinson e Uma Turman) impregnate in pellicole cui la capitale offre scenari di grande effetto. L'intervista si conclude parlando di Cannes e dei film ungheresi al festival, per finire con i film ungheresi da non perdere, consigliati dall'esperto.

Cominciamo con un film, tanto per calarci subito nella giusta atmosfera. Nel 2008 è uscita una co-produzione Ungheria-Italia, "Mario il Mago", che ci interessa per due ragioni e mi offre lo spunto per due domande. Si tratta della storia di un italiano (interpetato da Franco Nero) , che si trasferisce in Ungheria dopo il crollo del regime comunista ed apre la sua catena di calzaturifici. Tu come sei arrivato in Ungheria e di cosa ti occupi?
Sono arrivato in Ungheria nel 2001, come studente. Per rispondere alla seconda domanda mi riallaccio al film. Il mago, come lo si intende nel film, forse non esiste più al giorno d'oggi. In quegli anni il desiderio di novità e di apertura era tale da portare quasi ad una svalutazione della cultura ungherese, messa nell'angolo. Adesso l'impressione è diversa e il percorso per portare la cultura italiana in Ungheria e quella ungherese in Italia è sempre bilaterale. Per questo, per presentare l'offerta culturale italiana a Budapest agisco in vari ambiti. Lo scambio spazia dai corsi all'Università, quelli di cinema ad esempio , in cui organizziamo dibattiti e analisi di film italiani, al Cine-Video Club all'Istituto Italiano di Cultura, ma si realizza anche portando studenti di liceo ungheresi in Italia, al Giffoni Film Festival, il festival di cinema per ragazzi più famoso al mondo. Penso sia un'iniziativa molto utile, che intendo implementare. In questo senso, sì, possiamo parlare di una magia, quella di diventare giurati al Giffoni Film Festival.
"Mario il Mago" è tratto da una storia vera, un film sull'arrivo del capitalismo in Ungheria oltre che sui rapporti tra l'Ungheria e l'Italia. Quanto rispecchia la realtà storica secondo te? Il capitalismo si è imposto o mescolato alle realtà economiche ungheresi, in particolare a quella del cinema?
Il cinema ha risentito dei grossi cambiamenti vissuti dall'Ungheria nel corso degli ultimi decenni del Novecento. Negli anni Sessanta-Settanta c'era stata la fioritura del grande cinema ungherese, con István Gaál, Miklós Jancsó, István Szabó, per citare solo alcuni nomi. Nel 1970 István Gaál (1933-2007) ha vinto a Cannes il Premio della Giuria con il film “I Falchi” . Dopo questo periodo in cui il cinema cercava di dare una critica al sistema vigente in quel periodo, attraverso immagini ed allegorie. Dopo la caduta del Muro di Berlino, il cinema ha potuto essere concepito in modo diverso, liberandosi da una censura spesso forte ed oppressiva. Nel corso degli anni l'industria cinematografica ungherese ha smesso di essere legata a tematiche imposte. Bisogna osservare comunque che già i lavori dei registi che ho nominato richiamavano il cinema italiano, con rimandi a Fellini, Rossellini, Antonioni, ad esempio. Dopo l'89 la svolta è avvenuta anche riguardo alla diffusione dei film ungheresi all'estero e in Italia.
Per quali ragioni ci sono molte co-produzioni italo-ungheresi?
Queste co-produzioni sono legate inanzitutto ai numerosi legami tra Ungheria e Italia, anche in ambito cinematografico. Ci sono stati registi ungheresi che hanno studiato, ma anche insegnato, al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, avviando una fruttuosa serie di scambi tra i due paesi, che hanno aperto la strada alle co-produzioni. Dal punto di vista burocratico e politico ci sono stati accordi tra Italia e Ungheria, che hanno favorito le co-produzioni, soprattutto sul piano fiscale. In Ungheria vedono la luce molte altre co-produzioni, grazie alle agevolazioni economico, agli scenari e alle strutture presenti sul territorio, un insieme di fattori che rendono questo settore uno dei più importanti per il paese.
L'Ungheria al Festival di Cannes 2010: puoi parlarcene?
La presenza di quattro giovani registi ungheresi al Festival è la dimostrazione della ripresa del settore in Ungheria. Ci sono tra gli altri Kornél Mundruczó, che nonostante abbia solo 35 anni era stato già a Cannes con “Delta” (quest'anno a Cannes con "Tender Son – The Frankenstein Project", rivisitazione in chiave moderna del Frankenstein di Mary Shelley) e Agnés Kocsis (a Cannes nel 2006 con “Virus” e quest'anno con “Adrienn Pál”), entrambi apprezzati sulla scena internazionale per la loro bravura. La presenza ungherese non is limita ai giovani, infatti è stato presentata a Cannes anche una vecchia pellicola restaurata, quindi anche i classici ungheresi cominciano ad essere rispolverati e presentati al grande pubblico, che purtroppo conosce ancora poco questo cinema.
Salutaci consigliandoci un film ungherese.
Ne consiglierei molti, ma stavolta mi concentrerei sulle commedie. Ne sono nate molte dal 2000 oggi, col costituirsi di un nuovo filone. Ad esempio "Valami Amerika", "Kontroll", "L 'Investigatore" - “A nyomozó”, in ungherese - film che per qualità e piacevolezza richiamano la commedia all'italiana.

lunedì 3 maggio 2010

Intervista a Francesca Perino di Kirandulando, tour operator italiano per Ungheria

Da Economia.hu

Kirandulando è un tour operator diverso dagli altri, legato a doppio nodo all'Ungheria; si intuisce già dal nome. Kirandulando è l'italianizzazione del verbo ungherese “kirándul”, che significa “fare una gita”, molto familiare per gli ungheresi, orecchiabile e curioso per gli italiani. Francesca Perino, titolare di Kirandulando, ha risposto con entusiasmo alle domande di Economia.hu, soddisfatta dei primi mesi di vita della nuova attività, che ha appena inaugurato il suo nuovo portale, portando l'Ungheria in primissimo piano. Le sue parole trasmettono un sincero interesse e attaccamento alla terra magiara, alla cui scia si attacca la prima, inevitabile, domanda.

Come nasce Kirandulando e la vostra passione per l'Ungheria?
Kirandulando è un progetto ideato nel 2005 da Marco Insalata, presidente dell’Associazione Culturale Ecoluogo, per promuovere viaggi associativi e un turismo responsabile con destinazione Ungheria, meta da lui molto amata e frequentata per motivi prima di turismo e poi familiari. Nel 2009 ho scoperto questo progetto, mi sono appassionata e ho immaginato la possibilità di estenderlo a tutto il mercato italiano, proponendo viaggi di qualità, “su misura”, che andassero incontro alle esigenze del turista. Quindi abbiamo unito la mia esperienza decennale nel turismo e la conoscenza ventennale dell’Ungheria di Marco Insalata ed è nato il primo e unico tour operator italiano specializzato nella destinazione.

Cosa differenzia Kirandulando dagli altri tour operator?

I nostri servizi sono diversi perché selezionati personalmente con grande cura e ricercatezza, allo scopo di fornire un'offerta di alta qualità ma offrendo un prodotto accessibile economicamente. Le nostre proposte non sono mai generaliste. Guardiamo alla bellezza dei luoghi, non alle mode.
Come siete stati accolti dagli operatori ungheresi?
Gli operatori ungheresi ci hanno accolto con entusiasmo e molti hanno dimostrato fiducia nel prodotto. Siamo stati ospitati, seguiti e a volte direi proprio “coccolati”. Abbiamo conosciuto persone splendide e la loro disponibilità e spontaneità ci ha permesso di raggiungere ottimi accordi che, sono sicura, verranno consolidati negli anni.
Il turista italiano è interessato all'Ungheria? Può darci qualche dato sulla domanda da parte turisti italiani per visitare questo paese?
Posso sbilanciarmi un po’ dicendo che in Italia l’Ungheria non è molto conosciuta e non credo di sbagliarmi troppo con questa affermazione, perché è la netta impressione che abbiamo avuto presentando il prodotto. Purtroppo non ci sono stati investimenti da parte ungherese per sollecitare il mercato turistico italiano e il commento più frequente che ci è stato rivolto, dopo la visione del nostro catalogo, è “non pensavo che in Ungheria ci fossero così tante cose da vedere!”. L’interesse verso un prodotto si crea, questo non è un problema e il mercato viene continuamente stimolato con nuove iniziative. Inoltre nel 2009 il turismo italiano in Ungheria è cresciuto del 30% circa (dato fornito dall’Ufficio del Turismo Ungherese), quindi le potenzialità ci sono.
Quali sono le destinazioni da voi consigliate nel paese?

(ride, spiegandomi che a questa domanda non è semplice rispondere in pochi secondi) Abbiamo ideato il catalogo proponendo 5 temi (Budapest e dintorni; Terme; Arte e Cultura; Natura e Sport; Enogastronomia), una sezione con gli Eventi e una con i Castelli-albergo selezionati sul territorio. Quindi l’idea è di far avvicinare gli italiani all’Ungheria in modo “globale”, offrendo spunti per una vacanza-caleidoscopio in cui si possa fare veramente un po’ di tutto oppure anche solo una cosa, ma in modo assolutamente ricercato. Ovviamente Budapest resta la punta del diamante, ma nessun luogo andrebbe trascurato.
Quanto e come conoscete il suo territorio?
Fortunatamente l’Ungheria non ha un territorio troppo esteso. Avessimo scelto l’Australia, forse sarebbe stato più complicato… Marco Insalata ha avuto modo, negli anni, di visitare il Paese in modo approfondito e in questi mesi abbiamo programmato insieme periodiche “incursioni” per conoscere di persona i fornitori, visitare le strutture selezionate, consolidare gli accordi già presi. Ogni viaggio porta nuove scoperte: direi che non si sa mai abbastanza, ma questo è molto stimolante.
Un luogo speciale in Ungheria?

Per me la vista di Budapest di notte è imperdibile, per Marco attraversare la Puszta nella sua immensità.
Ci indichi tre mete imperdibili.
Budapest; le regioni di Eger e le cantine centenarie del Tokaj; una notte romantica in uno dei numerosi e affascinanti Castelli. Ma in realtà dovremmo poter citare almeno una “TopTen”!
Quali attività praticabili nel paese possono essere considerate un valore aggiunto per l'Ungheria?
Il mio entusiasmo è rivolto soprattutto ai numerosi Parchi Nazionali presenti sul territorio, che offrono agli amanti della natura e agli escursionisti la possibilità di passeggiate (a piedi, in bici o a cavallo) attraverso nuovi panorami molto diversi da quelli italiani. Anche gli ottimi Golf Club danno al Paese l’occasione di muovere un turismo sportivo molto esigente, sempre alla ricerca di nuove mete.

Non poi dimentichiamo le potenzialità degli stabilimenti termali di tutta l’Ungheria, che soddisfano ampiamente le richieste di un turismo “Wellness” attualmente in crescita.

Kirandulando ha sede a Torino, Via G. D'Annunzio 2 - 10090 Rosta (TO) - Italy

Sito: www.kirandulando.it

Claudia Leporatti


giovedì 22 aprile 2010

Economia.hu intervista Federigo Argentieri: l'Ungheria dopo le elezioni

Da Economia.hu
Come commenta il risultato delle ultime elezioni politiche in Ungheria?
I sondaggi si sono rivelati veritieri. L’ampia maggioranza raggiunta dalla FIDESZ (acronimo per Federazione dei Giovani Democratici) ricorda quella dei socialisti del 1994. In questa posizione, FIDESZ può tenere sotto controllo Jobbik, all’opposizione, un partito a mio avviso più preoccupante anche rispetto al Miép di Csurka István, la formazione di estrema destra nata negli anni Novanta di cui ha gradualmente preso il posto, almeno in parte. Di Jobbik preoccupano soprattutto alcune affermazioni, ad esempio il fatto che si opponga agli investimenti di Israele in Ungheria in quanto troppo numerosi, mentre altri paesi ne hanno di più, come Germania, Olanda o Austria, e non vengono contestati per questo. In prese di posizione simili Jobbik riecheggia un passato nefasto, che l’Ungheria ha purtroppo vissuto.
FIDESZ aspira ad essere un partito democristiano di stampo europeo. Il suo leader, Viktor Orbán, ha buoni rapporti con Angela Merkel e ne mantiene di ottimi con Berlusconi. Ne aveva anche con l’appena scomparso Presidente della Repubblica polacco Lech Kaczynski (vittima dell’incidente aereo in Russia del 10 aprile 2010) e si può prevedere che ne avrà anche con il nuovo presidente che sarà presto eletto. Credo che saprà proseguire un rapporto positivo anche con Sarkozy e non vedo problemi all’orizzonte con Putin, né con il vincitore delle prossime elezioni inglesi.
Quali sono le questioni centrali che il nuovo Governo dovrà affrontare?
In politica economica ci sono grossi problemi. Per sperare di entrare nell’Euro, l’Ungheria deve lavorare sodo. C’è un detto ungherese per distinguere i diversi periodi storici: “Kényszerpálya és mozgástér”. Potremmo tradurlo come “percorso obbligato o con margine di manovra”. In questo momento l’Ungheria non può permettersi di largheggiare, si trova di fronte ad un percorso obbligato. FIDESZ non può allontanarsi molto dal percorso intrapreso dai socialisti dei precedenti governi. La retorica di FIDESZ di certo è molto differente da quella del socialista MSZP, ma la politica economica non potrà cambiare molto. Occorreranno tra l’altro ulteriori aumenti di prezzi in diversi settori, dalle rette scolastiche ed universitarie alla sanità.
Cosa ha determinato la sconfitta dei socialisti del MSZP?
Sono convinto che MSZP abbia perso per un problema di trasparenza. Il partito non ha avuto il coraggio di parlare delle condizioni del paese prima delle elezioni. Mi riferisco al 2006, quando l’allora Primo Ministro socialista Ferenc Gyurcsány non ha ammesso di fronte al popolo ungherese le condizioni economiche del paese, ma lo ha fatto invece a porte chiuse. In una riunione interna del partito, Gyurcsány ha parlato con toni accesi delle gravi condizioni economiche dell’Ungheria ed ha aggiunto di aver mentito in campagna elettorale. Il suo discorso è stato poi reso noto attraverso una soffiata alla stampa, che ha provocato un grosso scandalo e una crescente sfiducia verso il centro-sinistra. Ritengo che il MSZP abbia fallito in questo, più che sulla politica economica.
Di cosa ha bisogno, adesso, l’Ungheria?
Di risanamento. L’Ungheria deve entrare nella zona Euro, non può permettersi di restare indietro rispetto ai paesi vicini. Un paese dell’ex blocco sovietico che riesce ad affiancarsi al resto d’Europa a livello politico, ma non riesce a fare lo stesso sul piano economico rappresenta un paradosso. Penso che sia necessario proseguire con la riforma del paese, soprattutto in alcuni settori dello stato sociale, creando un sistema in cui costi e benefici siano in equilibrio.
Come conviveranno, secondo lei, i cinque partiti che andranno a comporre il Parlamento?
Ci saranno sicuramente scontri verbali, anche pesanti, ma forse nulla di più grave. I politici ungheresi amano dirsene di tutti i colori, ma sono bravi a creare stabilità politica. Come dimostrano gli ultimi vent’anni, in cui non c’è mai stata una crisi di Governo e in compenso si è vista una notevole alternanza al potere.
Da dove potrebbe arrivare una svolta per far diminuire la sfiducia negli ungheresi nella politica?
Serve trasparenza. Solo con questo ingrediente i rapporti tra politica e pubblico potranno migliorare. Vedremo come si comporterà questo nuovo governo.

Federigo Argentieri
Federigo Argentieri dirige l’Istituto Guarini e insegna Storia Contemporanea e Politica Internazionale alla John Cabot University e al Temple University Rome Campus. Laureato in Scienze Politiche all’Università “La Sapienza” di Roma, Federigo Argentieri ha in seguito conseguito un Ph.D in Storia Moderna e Contemporanea presso l ‘Università delle Scienze Eötvös Lorand (ELTE) di Budapest. Dal 1994 al 2001 ha insegnato Storia dell’Europa orientale presso la Facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” di Firenze. Co-fondatore, nel 1989, dell’Istituto per la storia della rivoluzione ungherese del 1956, nel 2005 è stato insignito della Croce media al Merito della Repubblica ungherese. Tra le sue pubblicazioni, il libro edito da Marsilio “Budapest 1956 – la rivoluzione calunniata”.

Claudia Leporatti, Economia.hu

Articolo originale

venerdì 19 marzo 2010

Intervista a Eva Kottrova, un'ungherese per il Made in Italy


Economia.hu intervista Eva Kottrova, l`esperta di prodotti e vini italiani famosa nei media italiani e nel mondo dell`enogastronomia. Slovacca di nascita, ma di cultura ungherese, Eva è una conosciuta sommelier delll` Associazione Italiana Sommelliers ed opinionista per varie riviste dell`Est Europa che da anni vive nelle Marche, ad Ancona.

Ci racconti la sua storia. Come si é appassionata all`Italia? Da quanto tempo ha lasciato l`Ungheria?
Appassionata di lirica, arie melodiche e arte sin dalla tenera infanzia, ho sempre sognato la Terra che ha dato i natali ai più grandi geni dell’umanità. Da poco più di dieci anni ho coronato il mio desiderio di approdare in Italia. Ho conosciuto in maniera fortuita il mio attuale compagno che mi ha letteralmente rapita dalla mia Terra e portata nel capoluogo marchigiano. Affiancando il lavoro manageriale del mio uomo nel settore del marketing e della comunicazione aziendale, ho affinato la mia preparazione nel creare identità istituzionali e di prodotto, oltre che organizzare campagne di lancio ed eventi mondani. Prima di pubblicare articoli per svariate testate sia italiane che straniere, ho avuto la fortuna di esplorare l’Italia in ogni più nascosto meandro, visitare centinaia di musei, conoscere migliaia di prodotti dal carattere unico e soprattutto confrontarmi con le peculiarità dei luoghi e delle sue genti. Sono profondamente ammaliata da cotanta bellezza, unica al mondo, ma poco conosciuta anche dagli stessi italiani e spesso bistrattata.

Come valuta i vini? Quali caratteristiche determinano l'eccellenza?
Tutti i prodotti preparati con coscienza, con talento, con amore verso il proprio territorio e soprattutto con passione, sono meritevoli di considerazione e possono assurgere all’eccellenza.
Le biodifferenze dipendono sicuramente dai microclimi differenti tra loro, ma anche dalla sapiente cura esercitata con amore filiale dal maestro cantiniere nei riguardi del prodotto; i vini riflettono spesso l’indole del vignaiolo.
L’esperienza del sommelier ha, poi, il difficile compito di combinare matrimoni perfetti tra vini e pietanze. Anche il migliore dei vini può risultare sgradevole se non abbinato adeguatamente.
Bere è una vera gioia, ma occorre sapientemente saper scegliere i vini e abbinarli al cibo in assoluta armonia e in perfetto equilibrio sensoriale.

Cosa differenzia i vini italiani da quelli dell'Ungheria?
La differenza si palesa nel differente territorio di provenienza e nella bravura del produttore; conosco vini eccellenti e scadenti sia in Ungheria che in Italia.
Nella antica Enotria (la Calabria) la cultura del “fare vino” è presente sin da prima dell’avvento del popolo romano, quindi l’esperienza di settore e la quantità smisurata dei prodotti consente di avere una gamma elevata di eccellenze territoriali, sicuramente superiori a quelle di altri popoli.

Attraverso quali strumenti promuove il Made in Italy?
Oltre ad organizzare degustazioni e consultare buyer, opinion leader e produttori presenti alla manifestazioni e fiere di settore, divulgo il “Made in Italy” attraverso articoli che pubblico su diverse testate, anche nazionali, promuovendo prodotti di nicchia assolutamente meritevoli, spesso sconosciuti all’estero, oltre a pubblicizzare qualche cantina ambiziosa o personaggi di notevole spessore.

Si occupa non solo di promuovere i prodotti dello stivale ma anche di difenderli dalle imitazioni. In che modo?

Certamente. Oltre alla divulgazione dei “tesori italici” è preponderante il mio assoluto e strenuo contrasto a tutte le contraffazioni del “Made in Italy”, preservandone l’identità storica e culturale.
Troppo “sentire italiano”, che italiano non è, ha invaso i mercati globali contaminando e depauperando un comparto che rappresenta il fiore all’occhiello della nuova economia del Bel Paese, soprattutto negli stati delle economie emergenti, dove il cibo e il bere italiano è considerato status symbol dai nuovi ceti dominanti. L’inquinamento generato dai singoli produttori disonesti sta divenendo inquinamento collettivo. Moltissimi consumatori si illudono di scoprire l’oro liquido di un extravergine in una bottiglia di olio di oliva di dubbia provenienza o di consumare il piatto italiano per antonomasia ordinando in un qualsiasi ristorante del pianeta “spaghetti alla bolognese”, conosciuti in tutto il mondo tranne che in Italia.
L’elenco delle situazioni similari è lunghissimo, dal “Parmesan” alle improbabili mozzarelle di bufala, per non parlare delle preparazioni a dir poco approssimative dei piatti italiani più famosi additivati da ingredienti fantasiosi. Forse è ora di iniziare a fare un po’ di chiarezza.

Claudia Leporatti


giovedì 11 marzo 2010

Ispirati da Amelie fondano a Praga l`agenzia di viaggi più originale del mondo: solo clienti di peluche


PRAGA – Un gruppo di giovani ingegnosi e intrepidi, affatto spaventati dal fatto che un business che non soddisfa nessuna necessità, almeno non degli esseri umani, possa rivelarsi un flop, in tempi di di crisi economica. Senz'altro intelligenti. Le persone possono risparmiare sulla qualità dei prodotti che comprano al supermercato, ma di solito non rinunciano agli sfizi. Vivono a Praga dove ognuno ha il suo lavoro “serio” o, potremmo dire “ordinario”. Uno di loro é stato nientemeno che il Ministro Ceco per l'Information Technology e adesso, con gli altri membri di Toy Traveling, si occupa di gestire la prima agenzia di viaggi per pupazzi. Niente scherzi, la crisi si combatte a colpi di creatività, qualità che in questa parte dell'Europa, fatevelo dire da una che vive in Ungheria, non manca di certo. Ai limiti dell'assurdo. Hai un peluche preferito che ti offre la sua muta compagnia fin dai tuoi primi passi, un orsetto che stringi per piangere alla fine delle tue relazioni o che porti sempre con te ma lasci a casa durante le vacanze terrorizzata/o all'idea di perderlo? Se credi che provi dei sentimenti, allora sarai d`accordo nel convenire che dovrebbe avere anche delle esigenze. Potrebbe, per esempio, voler vedere un poco il mondo, sentirsi vivo e avventuroso. Toy Traveling esiste per questo. Oppure vuoi fare un regalo spiritoso ad un amico, per stupirlo completamente e farti una risata insieme a lui quando il peluche viaggiatore arriverà di nuovo a casa e lui capirà che, no i ladri non sono impazziti e non hanno iniziato a fare furti di pupazzi. I peluche, in compenso, hanno cominciato a viaggiare!

Parliamo con Tomio Okamura(37 anni), Vice Presidente dell`Associazione Tour Operator e Agenti di Viaggio della Repubblica Ceca e uomo d`affari nell`industria dei viaggi.


Come nasceToy Traveling?
Il nostro fondatore, il project manager Marek Hlávk (22 anni), ha cominciato a fantasticare su questo progetto dopo aver visto il famoso film francese “Il Favoloso Mondo di Amelie”, in cui la protagonista si fa aiutare da un'amica hostess per spedire al padre cartoline del suo amato nano da giardino dai quattro angoli del globo, facendogli credere che abbia viaggiato. In quel caso si trattava di una montatura e di un nano. Noi lo facciamo davvero, ma con i pupazzi. L'idea è uscita fuori durante lo show televisivo Den-D (versione ceca del famoso programma Dragon's den, un'invenzione giapponese resa famosa dalla rete inglese BBC. Un gruppo di imprenditori, detti i Dragoni, propongono una loro idea per farla valutare e mettere in atto da esperti. Ndr.), in cui io e l`ex Ministro Dana Bérova siamo due degli investitori. Alla fine, abbiamo deciso trasformare l`idea in investimento e fondato la nostra agenzia. Siamo attivi da tre settimane.

Come funziona Toy Traveling?
Le persone amano i loro orsacchiotti, sa che ce ne sono oltre 1 miliardo al mondo? Attraverso il nostro sito web www.toytraveling.com i clienti possono scegliere il pacchetto che preferiscono, pagare la cifra richiesta ed inviarci il loro amico di peluche preferito, che si godrà un confortevole viaggio nella bellissima Praga. Al suo arrivo ci prendiamo cura del pupazzo viaggiatore, gli scattiamo delle foto e, al termine della permanenza, lo rispediamo al proprietario con i suoi bagagli.

In cosa consistono i vostri pacchetti? Quanto costano?
Come una qualsiasi agenzia di viaggi offriamo opzioni diverse a seconda della fascia di prezzo. L'offerta base parte dai 90 euro, ma si può arrivare fino a 150 euro con il pacchetto più costoso, che include massaggio, aromaterapia e una scatola speciale con coperta e cuscino per rendere il ritorno a casa del giocattolo più piacevole. Aggiungiamo sempre anche una sorpresa, come un vasetto di cristallo di Boemia o un altro piccolo dono, oltre ad un
certificato e ad un diario di viaggio. L'aromaterapia prevede lo scatto di foto mentre il pupazzo si trova nella bella stanza di un salone professionale di aromaterapia, sdraiato sul lettino mentre inala uno speciale aroma salutare. Il massaggio invece avviene davanti ad un famoso monumento di Praga, naturalmente con foto a testimonianza che il peluche si è goduto un massaggio a Praga. Abbiamo anche un`opzione aggiuntiva: il massaggio tailandese.

I peluche possono viaggiare solo a Praga?
La nostra città è il nostro punto di partenza e trampolino di lancio dell'attività. In pochi mesi aggiungeremo molte altre destinazioni: Berlino, Budapest, Monaco, Vienna, Bratislava. Abbiamo in programma di arrivare ad aggiungere, verso la fine del 2010, anche New York, Tokyo e altre metropoli. Vogliamo diventare globali. Stiamo anche lavorando alla traduzione della nostra Homepage (adesso in inglese) in tedesco, francese e giapponese.

Come giudica queste prime settimane? Molti clienti?
Abbiamo già ricevuto centinaia di ordini, soprattutto da Stati Uniti, Giappone, Russia e Regno Unito. Sono arrivati giocattoli anche da paesi come il Brasile, l'Australia, il Messico e Hong-Kong. Da questa settimana il pagamento è possibile direttamente dal sito, con carta di credito.

Sono curiosa: quanto dura il viaggio?
A seconda della distanza e del tempo atmosferico, da 1 a 5 giorni. I nostri amici devono avere foto luminose, in una bella giornata. A volte occorre stare un po' al chiuso e aspettare che le condizioni migliorino, prima di uscire per il sightseeing. Quando rispediamo il peluche al mittente inviamo anche un CD e uno speciale passaporto.

Complimenti per l'originalità e buona fortuna!

A pensarci bene era l'ora che esistesse un servizio per i nostri amici di peluche e di pezza. Quando avevo sei anni sono stata in viaggio alle Isole Canarie con la mia famiglia e su un'isola, la Gomera, ho ricevuto un piccolo panda di peluche, cui abbiamo dato nome Fulvio. Da allora Fulvio viaggia con me o con mio fratello e, devo ammetterlo, i numerosi cambi di aria lo hanno reso il più interessante e soddisfatto di tutti i miei pupazzi.


Scherzi a parte, senz'altro un modo ingegnoso per promuovere il turismo e far conoscere le bellezze delle capitali, a partire da Praga.

Claudia Leporatti

Link: www.toytraveling.com

venerdì 26 febbraio 2010

VIDEO-Intervista: Sistema Italia ICE a FOODAPEST 2010

Da www.economia.hu - Dal Sistema Italia dell'Ice alla fiera Foodapest 2010, Economia.hu incontra Hetényi Ágnes dell'ufficio ICE di Budapest.

Design da New York per il Food italiano

Lo Spazio Italia all`interno della fiera e` decorato con le foto inviate da ICE New York. Negli Stati Uniti l`ICE attua molta promozione per i prodotti alimentari italiani, rivolgendosi ad un grande mercato, e collabora con un`agenzia fotografica che sta lavorando a queste bellissime immagini.

Foto che uniscono la bellezza naturale del cibo, in particolare delle specialita` tipiche italiane come la mozzarella, alla bellezza delle forme di fiori e frutti, creando combinazioni di alimenti deliziose per la vista oltre che per il palato. Ad esempio il pomodoro e la mozzarella uniti insieme a formare una ricca coppia di ciliegie, o il melone decorato con roselline di prosciutto crudo e foglioline di basilico.



L`interesse del pubblico

Il nostro stand raccoglie 12 espositori italiani, ognuno con una sua apposita vetrina di prodotti . Hanno avuto molto successivo i vini, ma anche i prodotti da forno, i condimenti, i dolci, i formaggi, la pasta, i condimenti e il caffe`. L`interesse verso l`alimentare italiano in Ungheria e` consolidato.
Il feedback degli espositori
La stragrande maggioranza degli espositori e` molto soddisfatta. Molti di loro hanno infatti trovato potenziali acquirenti, grossisti ed importatori ungheresi per i loro prodotti. Adesso tocca a loro lavorare per far fruttare al meglio il contatto allacciato in fiera.

giovedì 25 febbraio 2010

VIDEO-Intervista a Davide Tagliapietra, da Vicenza a Budapest per UKBA

Da www.economia.hu BUDAPEST - Economia.hu intervista a Davide Tagliapietra, a Budapest da Vicenza per rappresentare un team di aziende locali. L`incontro ha luogo all`interno dello stand della Lorapack pressp Ukba, la fiera della panificazione, della pasticceria e del gelato, a Budapest in contemporanea con FOODAPEST 2010.


La realta` vicentina: eccellenza del settore
Rappresento aziende di Vicenza, una zona leader mondiale per la costruzione e progettazione di impastatrici e macchine per panificazione. Vicenza e` un punto di riferimento per tutto il mondo per i settori del bakery e del pastry. Le aziende che rappresneto sono la Escher Mixers di Schio, la Ital Pan di Zane`, La Lorapack di Tiene, la Pregel e la Ennegi di Milano, azienda specializzata nel packaging.
La fiera UKBA a Budapest
Siamo molto contenti della fiera. Molto interesse da parte dei panificatori ungheresi e anche da parte degli italiani che sono venuti a Budapest per conoscere questo mercato attraverso le due fiere di questi giorni.

mercoledì 24 febbraio 2010

Intervista video a Pasquale Luna di Lunafunghi, da Foodapest 2010

Da www.economia.hu - BUDAPEST, 24 febbraio - All'interno del Sistema Italia organizzato presso HUNGEXPO di Budapest per Foodapest 2010 dall'ICE, Istituto per il Commercio Estero, abbiamo intervistato Pasquale Luna di Luna Funghi S.a.s, azienda italiana conosciuta a livello internazionale per la ricerca, la lavorazione e la distribuzione di funghi freschi, surgelati e sottolio. Luna Funghi produce anche ottime specialità calabresi,come le creme di olive e le salse piccanti. Infine non mancano le delizie come la tartufata, il formaggio al tartufo, le alici e la caratteristica 'nduja. Attiva anche in Ungheria tramite Luna Gomba Bt., nata nel 1995, territorio di vitale importanza per l'azienda in quanto fonte di ottima ed abbondante materia prima.
Luna Funghi: la tradizione del gusto calabrese
Siamo la terza generazione per lavorazione di funghi, il nostro prodotto di punta, cui fanno contorno altre specialita`.
In Ungheria siamo presenti nella grande distribuzione, nei supermercati Metro e Spar con funghi congelati. Stiamo cercando un importatore che possa acquistare anche un prodotto come i sottoli, per i negozi piu` piccoli, una categoria che riscuote un buon successo di pubblico, come vediamo dalle richieste, anche in fiera.

La ristorazione ungherese e italiana in Ungheria
Una buona parte deella ristorazione si rifornisce dei nostri prodotti tramite un grossista. L`Ungheria rappresenta molto per noi anche perche` ci riforniamo qui di ottimi funghi freschi, per diversi mesi all`anno.

giovedì 18 febbraio 2010

Intervista a Mauro Bressan: dalla Fiorentina a Budapest


Da www.economia.hu
BUDAPEST - In seguito alle sue dichiarazioni nell´intervista per "Il Giornale", in cui ha suggerito all´ Italia di venire ad investire in Ungheria, abbiamo intervistato Mauro Bressan, ex calciatore di varie squadre italiane e oggi direttore sportivo del Vasas SC, club di Budapest nella prima serie del campionato ungherese.

Da un mese e mezzo lavora a Budapest come Direttore Sportivo del Vasas. Come é arrivato in Ungheria?

Da molto tempo cercavo un club da rilevare. Ho viaggiato per conto di investitori italiani in vari paesi, ad esempio Slovenia e Svizzera. Mi ha colpito il Vasas e sono tornato a mostrarlo ad alcune persone. Alla fine io e Giovanni Dellacasa abbiamo invece deciso di restare e lavorare nel Vasas. Questo soprattutto grazie alla sintonia che si é creata tra noi ed iI presidente del club, Markovits László.

Di cosa si occupa esattamente?
Da un mese e mezzo stiamo lavorando sul campo. Il mio lavoro consiste soprattutto nel trovare investitori interessati ai nostri calciatori. Abbiamo giá fatto molto, ma resta tanto da fare ancora. Al momento siamo decimi in classifica, ma la squadra ha il potenziale per fare di piú.


Quali sono le opportunitá per l´Italia qui in Ungheria?

In Ungheria ho scoperto un grande talento.Ci sono calciatori dotati in cui investire, che potrebbero giocare benissimo da noi e anche la possibilitá di portare le nostre competenze qui in Ungheria. Il mix di talento e tecnica ungheresi con l´italianitá sarebbe l´ideale. Con le nostre tecniche di allenamento I giocatori locali diventerebbero rapidamente piú appetibili sul mercato internazionale.

Giá oggi si sente parlare italiano qui negli spogliatoi del Vasas, alla periferia di Budapest. Allenata da Giovanni Dellacasa, la squadra appare vitale, in fase di rinnovamento, anche guardando agli edifici all´interno del grande centro sportivo in cui ha sede.

Ci sono differenze tra il calcio italiano e quello ungherese?


Sí, notevoli. Il nostro calcio é piú ordinato e strutturato. In Ungheria manca l´abitudine a giocare in giorni ravvicinati, anchela preparazione atletica non é funzionale ai nostri ritmi di gioco. Le doti tecniche, peró, sono superiori in Ungheria. Per questo qui l´Italia puó sia dare sia attingere.



Come si trova a Budapest?


Molto bene. Ho scoperto una cittá veramente bella, dove non manca niente. Il lavoro mi assorbe completamente, quindi non ho il tempo di godermela, ma é senz´altro un bellissimo posto da vivere, oltre che da visitare.

Guardiamo al futuro. Pensa di tornare in Italia?


Sono italiano e non penso di trascorrere tutta la mia vita in Ungheria. Questa esperienza mi serve per poter poi fare lo stesso lavoro in Italia, per una delle nostre squadre.

Un´ultima domanda, una curiositá personale. Ha giocato in molte squadre italiane, dal Milan al Como alla Fiorentina , passando per Perugia, Foggia, Venezia e Cagliari. A quale si sente piú legato?


Mi sono affezionato a tutte le squadre in cui ho giocato. Ovviamente il Milan ha un posto speciale nei miei ricordi, perché all´epoca avevo 18 anni e l´entusiasmo era tanto, oltretutto erano gli anni di Van Basten, Gullit e di altri grandi giocatori. Ma anche le altre squasre sono state importanti, in primo luogo la Fiorentina, dove sono rimasto due anni.