giovedì 18 febbraio 2010

Intervista a Mauro Bressan: dalla Fiorentina a Budapest


Da www.economia.hu
BUDAPEST - In seguito alle sue dichiarazioni nell´intervista per "Il Giornale", in cui ha suggerito all´ Italia di venire ad investire in Ungheria, abbiamo intervistato Mauro Bressan, ex calciatore di varie squadre italiane e oggi direttore sportivo del Vasas SC, club di Budapest nella prima serie del campionato ungherese.

Da un mese e mezzo lavora a Budapest come Direttore Sportivo del Vasas. Come é arrivato in Ungheria?

Da molto tempo cercavo un club da rilevare. Ho viaggiato per conto di investitori italiani in vari paesi, ad esempio Slovenia e Svizzera. Mi ha colpito il Vasas e sono tornato a mostrarlo ad alcune persone. Alla fine io e Giovanni Dellacasa abbiamo invece deciso di restare e lavorare nel Vasas. Questo soprattutto grazie alla sintonia che si é creata tra noi ed iI presidente del club, Markovits László.

Di cosa si occupa esattamente?
Da un mese e mezzo stiamo lavorando sul campo. Il mio lavoro consiste soprattutto nel trovare investitori interessati ai nostri calciatori. Abbiamo giá fatto molto, ma resta tanto da fare ancora. Al momento siamo decimi in classifica, ma la squadra ha il potenziale per fare di piú.


Quali sono le opportunitá per l´Italia qui in Ungheria?

In Ungheria ho scoperto un grande talento.Ci sono calciatori dotati in cui investire, che potrebbero giocare benissimo da noi e anche la possibilitá di portare le nostre competenze qui in Ungheria. Il mix di talento e tecnica ungheresi con l´italianitá sarebbe l´ideale. Con le nostre tecniche di allenamento I giocatori locali diventerebbero rapidamente piú appetibili sul mercato internazionale.

Giá oggi si sente parlare italiano qui negli spogliatoi del Vasas, alla periferia di Budapest. Allenata da Giovanni Dellacasa, la squadra appare vitale, in fase di rinnovamento, anche guardando agli edifici all´interno del grande centro sportivo in cui ha sede.

Ci sono differenze tra il calcio italiano e quello ungherese?


Sí, notevoli. Il nostro calcio é piú ordinato e strutturato. In Ungheria manca l´abitudine a giocare in giorni ravvicinati, anchela preparazione atletica non é funzionale ai nostri ritmi di gioco. Le doti tecniche, peró, sono superiori in Ungheria. Per questo qui l´Italia puó sia dare sia attingere.



Come si trova a Budapest?


Molto bene. Ho scoperto una cittá veramente bella, dove non manca niente. Il lavoro mi assorbe completamente, quindi non ho il tempo di godermela, ma é senz´altro un bellissimo posto da vivere, oltre che da visitare.

Guardiamo al futuro. Pensa di tornare in Italia?


Sono italiano e non penso di trascorrere tutta la mia vita in Ungheria. Questa esperienza mi serve per poter poi fare lo stesso lavoro in Italia, per una delle nostre squadre.

Un´ultima domanda, una curiositá personale. Ha giocato in molte squadre italiane, dal Milan al Como alla Fiorentina , passando per Perugia, Foggia, Venezia e Cagliari. A quale si sente piú legato?


Mi sono affezionato a tutte le squadre in cui ho giocato. Ovviamente il Milan ha un posto speciale nei miei ricordi, perché all´epoca avevo 18 anni e l´entusiasmo era tanto, oltretutto erano gli anni di Van Basten, Gullit e di altri grandi giocatori. Ma anche le altre squasre sono state importanti, in primo luogo la Fiorentina, dove sono rimasto due anni.

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