mercoledì 19 maggio 2010

Speciale Cinema: Oggi Incontriamo...Michele Sità. L'Italia nel cinema un...



Da Economia.hu - Oggi Incontriamo...Michele Sità, docente di Storia del Cinema e Cultura Italiana presso l'Università Cattolica di Budapest e consulente per il Cinema dell'Istituto Italiano di Cultura di Budapest. Michele Sità ci racconta il suo impegno nel portare in Ungheria la conoscenza del cinema italiano e il riscontro trovato all'interno della produzione cinematografica ungherese. Sità è tra l'altro responsabile di un'interessante iniziativa per i giovani, di cui ci ha parlato con piacere. L'intervista, che ha luogo all'interno degli uffici di ITL Group di Budapest, passa in rassegna la storia recente dell'Ungheria, osservando come il capitalismo e le nuove economie hanno inciso su quella cinematografica. Un settore quello del cinema che porta molti investimenti esteri in Ungheria,

Sità ci spiega perchè. Pochi giorni fa Michael Moore, il famoso regista di film-denuncia americano, ha inaugurato a Budapest il nuovo studios della Raleigh, l'unico in Europa, mentre le strade di Budapest ospitano spesso stelle del cinema internazionale (tra cui , di recente, Robert Pattinson e Uma Turman) impregnate in pellicole cui la capitale offre scenari di grande effetto. L'intervista si conclude parlando di Cannes e dei film ungheresi al festival, per finire con i film ungheresi da non perdere, consigliati dall'esperto.

Cominciamo con un film, tanto per calarci subito nella giusta atmosfera. Nel 2008 è uscita una co-produzione Ungheria-Italia, "Mario il Mago", che ci interessa per due ragioni e mi offre lo spunto per due domande. Si tratta della storia di un italiano (interpetato da Franco Nero) , che si trasferisce in Ungheria dopo il crollo del regime comunista ed apre la sua catena di calzaturifici. Tu come sei arrivato in Ungheria e di cosa ti occupi?
Sono arrivato in Ungheria nel 2001, come studente. Per rispondere alla seconda domanda mi riallaccio al film. Il mago, come lo si intende nel film, forse non esiste più al giorno d'oggi. In quegli anni il desiderio di novità e di apertura era tale da portare quasi ad una svalutazione della cultura ungherese, messa nell'angolo. Adesso l'impressione è diversa e il percorso per portare la cultura italiana in Ungheria e quella ungherese in Italia è sempre bilaterale. Per questo, per presentare l'offerta culturale italiana a Budapest agisco in vari ambiti. Lo scambio spazia dai corsi all'Università, quelli di cinema ad esempio , in cui organizziamo dibattiti e analisi di film italiani, al Cine-Video Club all'Istituto Italiano di Cultura, ma si realizza anche portando studenti di liceo ungheresi in Italia, al Giffoni Film Festival, il festival di cinema per ragazzi più famoso al mondo. Penso sia un'iniziativa molto utile, che intendo implementare. In questo senso, sì, possiamo parlare di una magia, quella di diventare giurati al Giffoni Film Festival.
"Mario il Mago" è tratto da una storia vera, un film sull'arrivo del capitalismo in Ungheria oltre che sui rapporti tra l'Ungheria e l'Italia. Quanto rispecchia la realtà storica secondo te? Il capitalismo si è imposto o mescolato alle realtà economiche ungheresi, in particolare a quella del cinema?
Il cinema ha risentito dei grossi cambiamenti vissuti dall'Ungheria nel corso degli ultimi decenni del Novecento. Negli anni Sessanta-Settanta c'era stata la fioritura del grande cinema ungherese, con István Gaál, Miklós Jancsó, István Szabó, per citare solo alcuni nomi. Nel 1970 István Gaál (1933-2007) ha vinto a Cannes il Premio della Giuria con il film “I Falchi” . Dopo questo periodo in cui il cinema cercava di dare una critica al sistema vigente in quel periodo, attraverso immagini ed allegorie. Dopo la caduta del Muro di Berlino, il cinema ha potuto essere concepito in modo diverso, liberandosi da una censura spesso forte ed oppressiva. Nel corso degli anni l'industria cinematografica ungherese ha smesso di essere legata a tematiche imposte. Bisogna osservare comunque che già i lavori dei registi che ho nominato richiamavano il cinema italiano, con rimandi a Fellini, Rossellini, Antonioni, ad esempio. Dopo l'89 la svolta è avvenuta anche riguardo alla diffusione dei film ungheresi all'estero e in Italia.
Per quali ragioni ci sono molte co-produzioni italo-ungheresi?
Queste co-produzioni sono legate inanzitutto ai numerosi legami tra Ungheria e Italia, anche in ambito cinematografico. Ci sono stati registi ungheresi che hanno studiato, ma anche insegnato, al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, avviando una fruttuosa serie di scambi tra i due paesi, che hanno aperto la strada alle co-produzioni. Dal punto di vista burocratico e politico ci sono stati accordi tra Italia e Ungheria, che hanno favorito le co-produzioni, soprattutto sul piano fiscale. In Ungheria vedono la luce molte altre co-produzioni, grazie alle agevolazioni economico, agli scenari e alle strutture presenti sul territorio, un insieme di fattori che rendono questo settore uno dei più importanti per il paese.
L'Ungheria al Festival di Cannes 2010: puoi parlarcene?
La presenza di quattro giovani registi ungheresi al Festival è la dimostrazione della ripresa del settore in Ungheria. Ci sono tra gli altri Kornél Mundruczó, che nonostante abbia solo 35 anni era stato già a Cannes con “Delta” (quest'anno a Cannes con "Tender Son – The Frankenstein Project", rivisitazione in chiave moderna del Frankenstein di Mary Shelley) e Agnés Kocsis (a Cannes nel 2006 con “Virus” e quest'anno con “Adrienn Pál”), entrambi apprezzati sulla scena internazionale per la loro bravura. La presenza ungherese non is limita ai giovani, infatti è stato presentata a Cannes anche una vecchia pellicola restaurata, quindi anche i classici ungheresi cominciano ad essere rispolverati e presentati al grande pubblico, che purtroppo conosce ancora poco questo cinema.
Salutaci consigliandoci un film ungherese.
Ne consiglierei molti, ma stavolta mi concentrerei sulle commedie. Ne sono nate molte dal 2000 oggi, col costituirsi di un nuovo filone. Ad esempio "Valami Amerika", "Kontroll", "L 'Investigatore" - “A nyomozó”, in ungherese - film che per qualità e piacevolezza richiamano la commedia all'italiana.

lunedì 3 maggio 2010

Intervista a Francesca Perino di Kirandulando, tour operator italiano per Ungheria

Da Economia.hu

Kirandulando è un tour operator diverso dagli altri, legato a doppio nodo all'Ungheria; si intuisce già dal nome. Kirandulando è l'italianizzazione del verbo ungherese “kirándul”, che significa “fare una gita”, molto familiare per gli ungheresi, orecchiabile e curioso per gli italiani. Francesca Perino, titolare di Kirandulando, ha risposto con entusiasmo alle domande di Economia.hu, soddisfatta dei primi mesi di vita della nuova attività, che ha appena inaugurato il suo nuovo portale, portando l'Ungheria in primissimo piano. Le sue parole trasmettono un sincero interesse e attaccamento alla terra magiara, alla cui scia si attacca la prima, inevitabile, domanda.

Come nasce Kirandulando e la vostra passione per l'Ungheria?
Kirandulando è un progetto ideato nel 2005 da Marco Insalata, presidente dell’Associazione Culturale Ecoluogo, per promuovere viaggi associativi e un turismo responsabile con destinazione Ungheria, meta da lui molto amata e frequentata per motivi prima di turismo e poi familiari. Nel 2009 ho scoperto questo progetto, mi sono appassionata e ho immaginato la possibilità di estenderlo a tutto il mercato italiano, proponendo viaggi di qualità, “su misura”, che andassero incontro alle esigenze del turista. Quindi abbiamo unito la mia esperienza decennale nel turismo e la conoscenza ventennale dell’Ungheria di Marco Insalata ed è nato il primo e unico tour operator italiano specializzato nella destinazione.

Cosa differenzia Kirandulando dagli altri tour operator?

I nostri servizi sono diversi perché selezionati personalmente con grande cura e ricercatezza, allo scopo di fornire un'offerta di alta qualità ma offrendo un prodotto accessibile economicamente. Le nostre proposte non sono mai generaliste. Guardiamo alla bellezza dei luoghi, non alle mode.
Come siete stati accolti dagli operatori ungheresi?
Gli operatori ungheresi ci hanno accolto con entusiasmo e molti hanno dimostrato fiducia nel prodotto. Siamo stati ospitati, seguiti e a volte direi proprio “coccolati”. Abbiamo conosciuto persone splendide e la loro disponibilità e spontaneità ci ha permesso di raggiungere ottimi accordi che, sono sicura, verranno consolidati negli anni.
Il turista italiano è interessato all'Ungheria? Può darci qualche dato sulla domanda da parte turisti italiani per visitare questo paese?
Posso sbilanciarmi un po’ dicendo che in Italia l’Ungheria non è molto conosciuta e non credo di sbagliarmi troppo con questa affermazione, perché è la netta impressione che abbiamo avuto presentando il prodotto. Purtroppo non ci sono stati investimenti da parte ungherese per sollecitare il mercato turistico italiano e il commento più frequente che ci è stato rivolto, dopo la visione del nostro catalogo, è “non pensavo che in Ungheria ci fossero così tante cose da vedere!”. L’interesse verso un prodotto si crea, questo non è un problema e il mercato viene continuamente stimolato con nuove iniziative. Inoltre nel 2009 il turismo italiano in Ungheria è cresciuto del 30% circa (dato fornito dall’Ufficio del Turismo Ungherese), quindi le potenzialità ci sono.
Quali sono le destinazioni da voi consigliate nel paese?

(ride, spiegandomi che a questa domanda non è semplice rispondere in pochi secondi) Abbiamo ideato il catalogo proponendo 5 temi (Budapest e dintorni; Terme; Arte e Cultura; Natura e Sport; Enogastronomia), una sezione con gli Eventi e una con i Castelli-albergo selezionati sul territorio. Quindi l’idea è di far avvicinare gli italiani all’Ungheria in modo “globale”, offrendo spunti per una vacanza-caleidoscopio in cui si possa fare veramente un po’ di tutto oppure anche solo una cosa, ma in modo assolutamente ricercato. Ovviamente Budapest resta la punta del diamante, ma nessun luogo andrebbe trascurato.
Quanto e come conoscete il suo territorio?
Fortunatamente l’Ungheria non ha un territorio troppo esteso. Avessimo scelto l’Australia, forse sarebbe stato più complicato… Marco Insalata ha avuto modo, negli anni, di visitare il Paese in modo approfondito e in questi mesi abbiamo programmato insieme periodiche “incursioni” per conoscere di persona i fornitori, visitare le strutture selezionate, consolidare gli accordi già presi. Ogni viaggio porta nuove scoperte: direi che non si sa mai abbastanza, ma questo è molto stimolante.
Un luogo speciale in Ungheria?

Per me la vista di Budapest di notte è imperdibile, per Marco attraversare la Puszta nella sua immensità.
Ci indichi tre mete imperdibili.
Budapest; le regioni di Eger e le cantine centenarie del Tokaj; una notte romantica in uno dei numerosi e affascinanti Castelli. Ma in realtà dovremmo poter citare almeno una “TopTen”!
Quali attività praticabili nel paese possono essere considerate un valore aggiunto per l'Ungheria?
Il mio entusiasmo è rivolto soprattutto ai numerosi Parchi Nazionali presenti sul territorio, che offrono agli amanti della natura e agli escursionisti la possibilità di passeggiate (a piedi, in bici o a cavallo) attraverso nuovi panorami molto diversi da quelli italiani. Anche gli ottimi Golf Club danno al Paese l’occasione di muovere un turismo sportivo molto esigente, sempre alla ricerca di nuove mete.

Non poi dimentichiamo le potenzialità degli stabilimenti termali di tutta l’Ungheria, che soddisfano ampiamente le richieste di un turismo “Wellness” attualmente in crescita.

Kirandulando ha sede a Torino, Via G. D'Annunzio 2 - 10090 Rosta (TO) - Italy

Sito: www.kirandulando.it

Claudia Leporatti